Associazione Piazza San Marco
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#RiscrivereilFuturo: Antony Corner, artista

Come immagini Venezia nel futuro?
Venezia è una città che parla di patrimonio e di autenticità. È una città culturale e intellettuale che ha una straordinaria storia e influenza sul resto del mondo. Ora, sulla scia della tragedia della pandemia, ha l’opportunità di concentrarsi sulla qualità della vita – e diventare un luogo che possa mettere al primo posto i veneziani e la città – che abbia un focus sulla comunità, sulla cultura, sulla pratica artistica e sull’impegno intellettuale. Nel corso dei secoli Venezia è stata una delle poche città al mondo in cui arte e concretezza hanno prosperato insieme. Storicamente Venezia ha avuto il coraggio di commissionare ad artisti e artigiani la realizzazione di oggetti meravigliosi come specchio della società. Ora, dopo la crisi che il mondo sta affrontando, attraverso i diversi canali media e i mezzi di comunicazione si sta sviluppando la preoccupazione sull’umanità del futuro, sottolineano l’importanza della qualità della nostra vita e della nostra comunità. Penso che questo dovrebbe essere il fulcro del reimmaginare la Venezia del 21° secolo.

Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
Venezia è un’esperienza di apprendimento impegnativa:  ci viene insegnata la pittura, la scultura, l’architettura, l’alimentazione, il cibo, i tessuti, l’artigianato e il loro posto nella società. Dimostra come la creatività non si limita alla semplice decorazione e all’abbellimento, ma arricchisce la nostra vita. A Venezia ci viene insegnato anche il rapporto tra l’uomo e la natura, la stessa esistenza della città riguarda un rapporto simbiotico con l’acqua – per molti versi ha una connessione unica con l’ambiente. Pertanto, le domande importanti da fare ai politici per i cittadini di Venezia possono essere: cosa può rendere i visitatori un valore aggiunto? Come meglio condividere la grande influenza artistica di Venezia? E cosa si può fare per non avere un impatto negativo sull’ambiente? Occorre riflettere seriamente su come, utilizzando le più recenti tecnologie e i social media, Venezia possa essere collegata al resto del mondo senza che tutti debbano visitarla fisicamente, riducendo così l’impronta di carbonio dei turisti e il loro impatto complessivo sull’ambiente. Su questo potrebbe diventare leader mondiale ed essere da esempio per altre città.

Proponi un’idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
Ogni anno Venezia invita i migliori artisti, architetti e intellettuali a mostrare l’unicità delle loro idee, dei loro pensieri e delle loro attività. Sono incoraggiati a portare, in questa città antica, il loro pensiero d’avanguardia – parte di sensibilità viene dalle straordinarie Biennali che mettono in tandem la contemporaneità con l’antichità. Eppure, nonostante le migliori intenzioni, restano escluse molte persone che hanno la capacità di essere più inclusive e accessibili senza avere un ulteriore impatto sulla città e sulla ambiente. Recentemente, le circostanze hanno dettato che le persone di tutto il mondo usano una vasta gamma di tecnologie per comunicare e connettersi tra loro. Il successo di questo spostamento sismico ha sorpreso tutti nella sua inclusività, nella sua capacità di costruire amicizie, scambiarsi conoscenze e rafforzare le comunità. Questi eventi culturali sono davvero significativi in quanto indicano la via da seguire per il futuro. L’idea specifica è rivolta in occasione della Biennale, in cui i Padiglioni nazionali e gli eventi collaterali dovrebbero sviluppare numerosi progetti educativi che mettono in relazione artisti, architetti, operatori culturali e critici in sinergia con l’università e le scuole di tutto il mondo. Con l’uso della tecnologia attraverso tutorial online, webinar, conferenze, seminari, si creerebbe una pletora di progetti educativi di partecipazione internazionale. Le Biennali diventerebbero risorse globali, educative, artistiche e culturali per le scuole elementari e medie, scuole secondarie fino ai dottorandi, studenti di ricerca e professionisti. L’obiettivo è creare partenariati a lungo termine che garantiscano a Venezia l’aiuto condiviso nello sforzo di collegare il mondo alle sue risorse creative. Le persone di tutti i ceti sociali – quelle svantaggiate dal punto di vista educativo, quelle fisicamente limitate e quelle in difficoltà di mobilità verso l’estero perché economicamente penalizzate, sarebbero in grado di condividere e contribuire alla celebrazione di arti, mestieri e intelletto di Venezia senza impattare sulla città o inquinare l’ambiente. Venezia e la sua laguna sarebbero protette e preservate, ma un numero ancora maggiore di spettatori sarebbe in grado di partecipare, impegnarsi, condividere e creare nuove comunità culturali allargate.

Antony Corner, artista

Per il progetto #RiscrivereilFuturo di Venezia Venezia da Vivere e Associazione Piazza San Marco hanno intervistato imprenditori, curatori, direttori di istituzioni culturali, rettori e docenti universitari, albergatori, organizzatori di eventi e cittadini, che a Venezia vivono e lavorano. Un dibattito aperto con la cittadinanza per far nascere un’idea di città in equilibrio con l’ambiente, il lavoro e la sua civitas.