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#RiscrivereilFuturo: Jane da Mosto e collettivo WahV We are here Venice

Come immagina Venezia nel futuro?
Abbiamo potuto apprezzare l’estrema bellezza di Venezia in questo periodo di tranquillità senza precedenti. Più persone hanno detto “una bellezza struggente” siccome la mancanza di residenti ci fa notare la debolezza della città come organismo vivo, con una dipendenza esagerata, quasi tossica, sul turismo. Venezia nel futuro che desideriamo sarà molto più popolosa, e piu resiliente economicamente.
Solo questo cambierà nella Venezia futura che immagino, persisterà la costanza del particolare tessuto socio-urbano e del sistema lagunare che ci protegge.
Però non dimentichiamoci che questa apparente “costanza” è il risultato di un sistema dinamico, di un equilibrio tra il sistema naturale e le attività umane, continuamente monitorate e regolate, quando Venezia stava bene, ma non, evidentemente, negli ultimi decenni, durante i quali l’enfasi governativo è stato quello di sostenere gli interessi più estranei, come i voti della terraferma, non sensibili alle condizioni della vita veneziana, la speculazione immobiliare, la corruzione e il potere legati ai lavori pubblici pesanti.
Venezia ha un enorme potenziale nell’ospitare la trasformazione del mondo imprenditoriale e produttivo per poter continuare a esistere come città viva nei tempi moderni, pensando all'innovazione e la produzione di qualità, al “smart working” e alle comunità dei “makers” dell’economia circolare. 
Con questa visione, anche il turismo deve cambiare il focus. Non può più essere un turismo valutato interamente sulla base degli interessi economici o del denominatore comune più basso del consumismo globale, come dimostra lo sfruttamento dell’industria crocieristica e attività massicce simili. Venezia come città viva del futuro potrebbe invece tornare a offrire accoglienza ed esperienze basate sulla condivisione del suo particolare stile di vita nonché la sua bellezza e patrimonio culturale.

Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
Politica e cittadini non devono essere considerate due cose diverse - la politica dovrebbe tenere conto della partecipazione dei cittadini. Quando eravamo ancora in “lockdown” ferreo eravamo più ottimisti. Credevamo che senza la forte spinta dei guadagni facili legati al turismo di massa, un po' di sforzo da parte dell’amministrazione di turno potesse creare condizioni migliori per l’introduzione di attività nuove e stimolare i cittadini.
A Bruges (Belgio), per esempio, l’amministrazione ha un programma molto intelligente e articolato per sensibilizzare la popolazione alle problematiche legate al turismo (nonché il fatto che il turismo genera emissioni di gas serra quattro volte più grandi delle stime iniziali) e stanno sviluppando metodologie per valutare l’indotto e gli impatti del turismo dal punto di vista, in primis, dei residenti. Anche a Barcellona, l’amministrazione sta lavorando in più stretta collaborazione con i residenti e non solo con le grosse categorie.
Ci vuole molta delicatezza nell'affrontare i cambiamenti, e dobbiamo far sì che Venezia continui a creare situazioni favorevoli alla coesione sociale.
Jeffrey Sacks, l’economista americano, sottolinea la distinzione tra "stare meglio" o (semplicemente) “arricchirsi".

Proponga un'idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
In questi giorni, vedrete tra le affissioni in città, una variazione alla nostra regolare campagna di sensibilizzazione realizzato in collaborazione con i cittadini rispondendo all’invito di esprimere i propri desideri, idee, suggerimenti per il futuro della città. Abbiamo rilevato una fantastica creatività e volontà di partecipare attivamente alla definizione e realizzazione di progetti diversi e incentrati su chi realmente ci vive.
Per quanto riguarda la mobilità, il traffico acqueo non deve risorgere com’era prima del lockdown - inquinando l’aria che respiriamo e danneggiando le rive e le fondazioni con moto ondoso per non parlare del rumore. Ci piacerebbe vedere più barche a remi nei canali con, per esempio, l’introduzione degli incentivi per i gondolieri e altri vogatori perché forniscano il trasporto pubblico su tratti brevi (con la riattivazione anche di più punti del traghetto), alla luce del calo del numero dei turisti, e per facilitare la qualità della vita dei residenti, rendendo più semplice per negozi di tutti tipi continuare a offrire la consegna a domicilio.
Sarebbe necessario ovviamente introdurre più incentivi o disincentivi per i proprietari di case, affinché affittino a lungo termine, invece di dare la priorità all'affitto turistico.
Dobbiamo attrezzare gli spazi pubblici per creare un nuovo rapporto fra residenti e questi spazi. Il cinema all’aperto è la cosa più ovvia che ci viene in mente, anche con la possibilità delle stesse strutture di ospitare musicisti quando non ci sono le proiezioni. Sto pensando non solo a San Polo, dove il cinema estivo manca terribilmente, ma anche ad altri spazi nonché i vari parchi dal Groggia al Giardino delle Vergini.

Jane da Mosto e collettivo WahV We are here Venice

Per il progetto #RiscrivereilFuturo di Venezia Venezia da Vivere e Associazione Piazza San Marco hanno intervistato imprenditori, curatori, direttori di istituzioni culturali, rettori e docenti universitari, albergatori, organizzatori di eventi e cittadini, che a Venezia vivono e lavorano. Un dibattito aperto con la cittadinanza per far nascere un’idea di città in equilibrio con l’ambiente, il lavoro e la sua civitas.